Italiani in Cina/Viaggi

Giù al sud

Sono stata di nuovo a Shenzhen ed Hong Kong, ma, a differenza della scorsa volta, mi è andata meglio. Prima di tutto sono stata ospite di amici che: non vedevo da tre anni, mi hanno sfamata con cibi mediorientali, mi hanno dato un letto con lenzuola pulite, un bagno pulito con asciugamani puliti, un pc per guardarmi un paio di serie tv il martedì mattina, cioccolatini, Nutella, succo d’arancia.

Dicevo, Hong Kong. Questa volta non ha piovuto, probabilmente il cargo di pioggia da Londra non ha fatto in tempo ad arrivare. In compenso ha fatto caldissimo. Per intenderci, siamo a fine ottobre, a Shanghai ci sono attorno ai 15-18 gradi, a Shenzhen e Hong Kong 30. 30 gradi sono tanti. A 30 gradi fa caldo e si gira in sandali e maglietta corta. Io ero vestita da tirolese in visita in Groenlandia perché partivo alle 5 del mattino da Shanghai e sarei tornata attorno a mezzanotte. Naturalmente non avevo controllato che tempo avrebbe fatto e ho sudato tantissimo, tranne la notte dato che tenevo accesa l’aria condizionata.

Comunque Hong Kong saluta, sta bene, è sporca come sempre (mi sono seduta su un divano in un ufficio e da sotto i cuscini sono spuntati due scarafaggi sicuramente disturbati dalla differenza di pressione causata dal mio atterraggio), è sempre carissima, è sempre condizionatissima nei posti chiusi, ma, dato il mio abbigliamento di cui sopra, era un sollievo. Ma non sono qui per raccontarvi amenità che vi avevo in parte già descritto, vi racconterò piuttosto due sogni fatti durante questa scampagnata ai tropici.

Primo sogno: pennichella post prandiale a Hong Kong, a casa dei cugini dell’amico ospitante di Shenzhen. Ho sognato di essere insieme a due ragazzi americani di cui sono amica, che vivono a Shanghai, ovvero il nuovo sosia di G.R.III., che vive nella vecchia camera di Cecilia, ed ha così rimpiazzato due ex amici in un colpo solo, e Tyler, un americano di cui avevo già accennato, mi pare, amico dall’anno scorso. Eravamo noi tre giusto al di qua della frontiera, a Shenzhen, e dovevamo andare a Hong Kong a recuperare il mio passaporto. Da qui il dramma: come avevo fatto a passare al di qua senza passaporto? Sarei riuscita ad andare di là a riprenderlo? Il tempo stringeva e gli uffici stavano per chiudere! E soprattutto, perché mi ricordavo perfettamente il momento in cui ero andata ad Hong Kong ma non riuscivo a ricostruire il perché e il per come avevo ripassato la frontiera senza documenti? Semplicemente perché non l’avevo ancora riattraversata, non vi dico il sollievo di svegliarmi e scoprire di essere ancora a Hong Kong! Ho un vago ricordo di una metro per metà gialla e per metà verde, stile maglia di calcio della nazionale brasiliana che dovevamo prendere.

Secondo sogno: la notte, a Shenzhen, a casa dell’amico ospitante. Ho sognato che per qualche oscura ragione rubavo due autobus del trasporto pubblico urbano della rete di Cuneo, i bus arancioni che collegano il centro cittadino con le frazioni in pratica. Bene, scopertone uno incustodito di fianco alla casa del mio vicino, decido di prenderlo per farci un breve giro per poi riparcheggiarlo al proprio posto. Non paga, decido di andare fino al più vicino capolinea (a piedi, mi pare, ma i ricordi si fanno confusi a questo punto), rubarne uno lasciato lì da un autista che probabilmente era in giro a sgranchirsi le gambe, e guidarlo fino a casa mia. Quando poi ho visto i “soccorsi” arrivare sotto forma di autobus lanciato a tutta velocità per andare a recuperare il povero autista appiedato al capolinea, penso bene di spostare il mezzo rubato dal cortile dietro casa mia, ai pressi della casa del mio vicino, per non essere ritenuta coinvolta in nessun modo. Ladra e pure carogna!

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